Capitolo
39 Il luogo segreto
Edward
Ero
felice e a malincuore mi staccai da Bella
“Vi
ringrazio miei Signori. Stasera tornerò a casa ma sono pronto a
mettermi ai vostri ordini se avrete bisogno di me” dissi raggiante.
Le loro menti erano serene e felici ma il sorriso si spense sulle
mie labbra quando Demetri prese la parola.
“Non
avere così tanta fretta Capitano. Ti sarà concesso di partire solo
fra tre giorni” mi disse inclinando la testa e indirizzando i suoi
pensieri verso Felix che sogghignava enigmatico.
Uscii
subito dalla sua mente chiedendomi il perché dovessi rimanere lì
altri tre giorni.
Non
mi piaceva quel prendere tempo... avevo paura che qualche inganno si
celasse nascosto.
Ma
non mi opposi e mi limitai ad abbassare la testa in segno di
obbedienza.
Dovevo
aver fiducia in Demetri mi aveva aiutato tanto in passato non poteva
tradirmi, mi dissi per farmi coraggio.
Girai
la testa e i miei occhi incontrarono quelli di Rebecca che mi sorrise
radiosa.
Quello
sguardo non sfuggì però a Bella che mi strattonò via, imbronciata,
mentre Marcus scioglieva la riunione.
In
silenzio ci allontanammo e tenendo Bella per mano mi avviai verso il
cortile.
Avevo
voglia di prendere aria e di sentire il vento accarezzarmi la pelle.
Lei
mi seguiva silenziosa, eravamo attorniati dalle Guardie ed entrambi
volevamo poter parlare senza orecchie indiscrete.
Solo
un posto ci avrebbe garantito quell'intimità.
E
come entrammo nel cortile mi diressi verso il mio albero.
“Vieni
Bella ti porto sul mio albero” le dissi fermandomi ai suoi piedi e
accarezzando ancora una volta la corteccia come ero solito fare.
Lui
era stato testimone silenzioso della mia disperazione e delle mie
speranze e ancora una volta mi avrebbe fornito la sua protezione.
Agilmente
salii senza voltarmi alle spalle. Contrariamente alle altre guardie e
a Rebecca, Bella era abituata come me a salire in alto fra le
fresche fronde.
Quando
arrivammo in cima mi sistemai sul mio ramo e aspettai che lei si
sedesse vicino a me.
“Guarda
Bella... vedi quella collina con sopra quella chiesetta?” le
indicai con il dito l'orizzonte
“Si
. Perché Edward?” mi chiese incuriosita.
“Là
dietro c'è l'agriturismo nel quale vi eravate trasferiti. E se
invece guardi a Nord oltre i filari di vite e oltre le catene
montuose che si vedono là in fondo, c'è la nostra casa e la nostra
famiglia che ci aspetta” le spiegai indicandole la direzione.
Lei
guardava l'orizzonte in silenzio persa nei suoi pensieri. Mentre il
vento le scompigliava i capelli donandole un aria misteriosa e il
suo profumo si spargeva tutto intorno a me.
“A
cosa stai pensando?” le chiesi chinandomi a baciarle la fronte.
“Dimmi
Edward, perché dici che è il tuo albero?” mi chiese
accarezzandomi una guancia. Era curiosa. Lo era sempre stata e felice
mi affrettai a risponderle. Volevo che mi capisse, che capisse quanto
mi era mancata.
“Perché
quando ero libero dai miei impegni di Guardia venivo quassù per
cercare un po' d'aria e per guardare dove sapevo che voi eravate...
che c'eri tu ad aspettarmi” le dissi sorridendole.
Lei
scosse la testa ridacchiando. “Il tuo luogo segreto” mi disse
“Il
mio angolo della speranza” ribattei accarezzandole la guancia “E
ora sono qui con te” sussurrai abbassandomi a baciarla sulle
labbra.
“Ci
hai mai portato Rebecca?” mi chiese evitando il mio bacio e
lasciandomi disorientato.
Possibile
che fosse gelosa fino a questo punto?
Annui
“Si ma lei mi aspettava generalmente più in basso. Non le piaceva
stare qua. Ci veniva solo per permettermi di salire. Solo un paio di
volte è salita fin qui quando ero disperato... lei è venuta per
confortarmi. Ma
con lei non ho mai fatto questo” le dissi prendendola per le
braccia e facendola sedere su di me mentre mi chinavo a baciarla.
Stavolta
non si ritrasse, anzi si appoggiò al mio petto e rispose al mio
bacio languidamente. Un bacio lento, sensuale, dolce pieno di tutto
l'amore che sentivamo entrambi.
“E
per favore smettila di pensare a lei. Il mio cuore è tuo” le dissi
staccandomi da lei, con un finto tono autoritario.
“Ne
sei sicuro?” mi rispose seria appoggiando di nuovo le sue labbra
sulle mie.
Di
nuovo posai le mie labbra sulle sue conscio di non poter far altro
per dimostrarle quanto l'amassi in quanto eravamo pienamente
visibili dalle Guardie che passeggiavano nel cortile.
“Edward,
scendi ti devo parlare” la voce autoritaria di Demetri ruppe quel
momento magico e sbuffando per l'interruzione scendemmo dall'albero.
Ero
una Guardia ed ero tenuto ad ubbidire a un mio superiore...
purtroppo.
Lui
era sotto con affianco Rebecca e ci stavano aspettando.
Come
Bella la vide le sfuggì un ringhio sommesso mentre mi stringeva un
braccio come a sottolineare che ero suo.
Un
sorriso allegro si dipinse invece sul viso di Rebecca che la guardava
con i suoi occhi argentati come se volesse scrutarle l'animo.
“Bella
credo che sia giunto il momento per noi di parlarci e chiarire una
volta per tutte alcune cosette” disse Rebecca prendendola per un
braccio.
“Vieni
con me. Laggiù nessuno ci disturberà” concluse trascinandosi
dietro il mio amore.
Bella
si voltò verso di me preoccupata ed io feci per protestare quando
Demetri mi zitti “Lasciale andare Edward. Anche noi dobbiamo
parlare e Rebecca non ha alcuna intenzione di farle del male”
Mi
voltai a guardarlo chiedendomi cosa mai volesse da me e perché aveva
preteso che rimanessi a Volterra ancora tre giorni.
Non
sapevo e non potevo immaginare il perché.
E
la risposta alla mia domanda inespressa mi lasciò completamente
sbalordito e in difficoltà.
Bella
Eravamo
saliti sul suo albero. E ancora una volta mi chiesi come era stato
possibile per lui vivere chiuso in quelle mura. Il suo unico
conforto era guardare l'orizzonte e sentire il vento fra i capelli.
Rabbrividii
mentre m'immaginavo la tortura morale alla quale era stato sottoposto
in quei lunghi periodi.
Ma
malgrado mi sentissi triste per lui il tarlo della gelosia bussò
ancora una volta nella mia mente.
Lui
sembrò spaesato e in imbarazzo dalla mia domanda ma la sua risposta
piena di dolcezza e i suoi baci fugarono ancora una volta il dubbio
dal mio cuore.
Lui
era mio e Rebecca era meglio che girasse al largo da lui.
Quando
lo chiamarono scendemmo subito. Era ancora una Guardia ed era tenuto
ad obbedire agli ordini.
A
fianco a Demetri c'era lei. La sua Rebecca... il suo... simbionte.
La
creatura che aveva provato a rubargli il cuore e a trascinarlo via
dalla sua famiglia e da me.
Un
ringhio mi uscii dalle labbra.
L'odiavo.
Lei era bellissima e misteriosa. I suoi colori così diversi da tutti
gli altri gli conferivano un qualcosa di affascinate.
Così
strinsi forte a me Edward. Lei doveva sapere che era mio.
E
quando mi chiese di seguirla e mi prese per un braccio ebbi per un
attimo paura di quella bellissima e pericolosissima Guardia.
Cosa
mai poteva volere da me quella vampira???
E
incerta e preoccupata la seguii chiedendomi ancora una volta quale
rapporto la legava ad Edward e che cosa mai doveva dirmi di così
importante e confidenziale da trascinarmi lontano dal mio amore.
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