venerdì 15 marzo 2013

CNS Capitolo 42 Ritorno a casa


Capitolo 42 Ritorno a casa

Edward


Eravamo tornati a casa.

Alice doveva aver visto tutto o quasi perché erano tutti presenti ad aspettarci davanti alla porta e nessuno si stupì di vederci scendere dalla macchina.
Appena chiusi la portiera mi fiondai fra le braccia di mia madre.
Lei mi abbracciò stretto “Bentornato Edward. Lo sapevo che saresti ritornato a casa. Mi sei mancato tanto ragazzo mio.” mi disse e i suoi pensieri erano così carichi d'amore che non avevo quasi il coraggio di staccarmi da lei.
Presi un sospiro e le mormorai “Grazie mamma, sono felice di essere qua e sono finalmente libero di restarci per sempre” mentre mi allontanavo per poter salutare i miei fratelli.
Ognuno di loro ci abbracciò felice e per ultimo mio padre mi strinse al suo petto.
Finalmente Edward. Finalmente ti vedo felice e sereno” mi disse guardandomi negli occhi.
Aveva ragione era la prima volta che tornavo a casa finalmente libero dai vincoli di Volterra e la mia felicità non aveva confini.

In disparte appoggiata alla porta di casa Renesmee aveva assistito ai nostri saluti appoggiata a Jacob.
Mi avvicinai lentamente con Bella per mano.
Non sapevo cosa dirle. Ero scappato senza darle spiegazioni, consapevole di non essere stato capace di dirle addio.
Lei mi guardava imbronciata, offesa. I suoi pensieri erano lo specchio dei suoi occhi.
Perché non mi hai detto niente. Sono tua figlia! ” sbottò ributtandomi addosso le mie colpe “sei scappato senza dirmi nulla, aspettando che io fossi via con Jacob” poi continuò sempre più arrabbiata “E quando sei tornato per la battaglia sei andato via nuovamente senza dirmi nulla, senza darmi neanche la speranza di vederti tornare. E ti sei portato via anche la mamma.”
Abbassai la testa affranto, il suo risentimento nei miei confronti non solo era capibile ma anche giusto. Sapevo di aver sbagliato e sapevo anche il perché lo avevo fatto.

Non volevo ferirti ... avrei voluto salutarti prima del matrimonio … ma non c'è l'ho fatta. Non volevo rovinarti la tua festa... non volevo farti stare in pensiero per me.” dissi piano “ Sapevo che saresti stata felice con Jacob, che lui ti avrebbe protetta e amata” aggiunsi sorridendo appena e guardando il mio amico licantropo pieno di gratitudine “ Quando poi la battaglia è finita avrei voluto spiegarti tutto, chiederti perdono e giurarti che saremmo tornati presto a casa assieme, ma non volevo mentirti perché non sapevo se avrei potuto mantenere la parola. Non sapevo cosa mi stava aspettando a Volterra e come sarebbero andate le cose. C'era infatti il rischio di rimanere là per sempre.” cercai di spiegarle, poi di fronte al suo sguardo corrucciato continuai “Ho fatto tanti errori Nessi. Ho sbagliato tanto. Non fosse stato per tua mamma io... non ti avrei neanche dato la possibilità di vivere. Ma credimi quando ti dico che sarei pronto a morire per te anche adesso e che sei l'unica cosa buona che ho mai fatto in più di cent'anni di vita.” mi fermai aspettando che le mie parole facessero breccia nel suo cuore poi continuai “ Vedi entrambe le volte che sono andato via, avevo con me una sola certezza. Tu eri al sicuro, felice e protetta... e lo saresti stata per sempre perché non avrei mai permesso a Volterra di fare del male a nessuno di voi... ma soprattutto, sapevo che Jacob è tutto ciò che io non posso essere e ha tutto ciò che vorrei avere.”
Lei mi guardò un attimo poi disse “Papà.” mentre si buttava nelle mie braccia “Scusami. Sono stata un egoista. Non ho pensato a te e a mamma . A quello che avete passato. Ti prego non dire più certe cose. Tu sei il papà migliore che possa avere” concluse senza staccarsi dal mio abbraccio.
Scossi la testa “Ti sbagli se tu il miracolo... non io” dissi posandole un bacio fra i capelli.
La smettete voi due” c'interruppe Jacob “Se andate avanti così ci farete piangere tutti” affermò ridacchiando con la voce roca.
Mi scappò da ridere. Jacob era veramente molto più umano di quanto volesse ammettere, pensai.
Ecco un altra cosa che t'invidio Jacob. Io questo non posso farlo” dissi serio “Anche se più di una volta mi sarebbe piaciuto” finii amaro ripensando a quante volte i miei occhi avevano punto e avevano desiderato piangere.
Ha ragione Jacob… adesso basta. Finiscila. Mi devi portare a caccia Edward me l'hai promesso. Abbiamo una cerimonia da concludere.” mi ricordò Bella ridacchiando dello sguardo stupito degli altri mentre dava una manata a Jacob sul petto nudo. “E tu vatti a mettere una maglietta.” lo sgridò bonariamente mentre mi prendeva per un braccio e mi trascinava lontano... nel bosco dopo aver fatto segno ad Alice di chiudere gli occhi.


Bella

Eravamo entrambi affamati e come fummo nel bosco ci abbandonammo all'istinto. Non stavamo molto vicini, il nostro essere vampiro reclamava una preda e non volevamo correre il rischio di ringhiarci a vicenda.
Avevo sete, tantissima sete ma rimasi leggermente indietro per vederlo muoversi e cacciare.
Era uno spettacolo vederlo così vampiro, così abbandonato all'istinto. Si muoveva agile e veloce annusando e muovendo appena la testa per sentire la scia lasciata dalle nostre prede.
Sospirai, allontanando da me i pensieri decisamente poco casti che mi stavano distraendo... dovevo cercarmi una preda.
Iniziai ad annusare anch'io quando lo vidi scattare deciso addosso a un grosso alce. Per un attimo l'istinto mi spinse verso di lui, avevo sete e l'odore del sangue era nell'aria.
Cercai di trattenermi. Il vampiro non mi avrebbe certo lasciato la preda facilmente. Se fosse stato sazio sarebbe riuscito a stare in disparte, ma potevo vedere la sua fame e sentire il suo istinto libero.
I vampiri non cacciano mai per un altro vampiro e non mollano mai la loro preda.
Mi girai per allontanarmi quando mi sentii chiamare con la voce incerta “Bella?”

Edward

Avevo sete. Molta sete e mi abbandonai subito all'istinto. Non ci misi molto a individuare un alce che era rimasto isolato dal branco. In un attimo gli fui addosso e affondai i denti nel suo collo per saziarmi del suo sangue e spegnere il bruciare della gola che era diventato quasi insopportabile.
Quando il primo sorso mi macchiò le labbra, avvertii un fruscio e d'istinto mi voltai per reclamare la mia preda pronto ad emettere un sordo ringhio d'avvertimento, ma i miei occhi si posarono su Bella che si stava allontanando. Ed in un attimo il mio istinto fu messo a tacere da qualcosa di più profondo.
Il ricordo di quando avevo ucciso e offerto la preda a Rebecca m' invase prepotente. Certo la situazione era diversa... lì mentre lei si cibava io stavo facendo altrettanto sull'altra vittima ma volevo dimostrare ancora una volta a Bella quanto l'amassi e quanto avessi imparato a imbrigliare il Vampiro. Così la chiamai e veloce saltai su un ramo basso poco distante. Il vampiro le stava offrendo la sua preda.
Un dono raro e prezioso per la nostra specie.

Bella

Mi voltai e lo vidi allontanarsi e salire su un ramo. Si fermò lì a sorridermi beato. Abbassai gli occhi e vidi il rivolino di sangue uscire dalla ferita appena aperta. Aveva cacciato per me e mi stava offrendo la sua preda malgrado fosse affamato.
Alzai gli occhi e lo guardai allibita. Non l'aveva mai fatto.
Mai aveva cacciato per me!
Veloce mi avvicinai a lui e gli allungai la mano. Lui mi guardava interrogativo... non aveva capito. Gli sorrisi e presi la sua. Per fortuna non era andato tanto lontano e non era salito in alto pensai mentre lo facevo scendere e lo conducevo vicino a quello che sarebbe diventato il nostro banchetto nunziale.
Insieme senza lasciare le mani, e senza distogliere gli occhi l'uno dall'altro ci chinammo sull'animale e dividemmo il nostro pasto.
Ecco ora il matrimonio di Volterra era completo!!!.

Edward

La vidi avvicinarsi e tendermi la mano. Non capivo cosa volesse. Le avevo offerto la preda e sapevo che aveva sete. Perché non era corsa a cibarsi??
Lei strinse la mia mano e mi costrinse a seguirla. Io non riuscivo a levare i miei occhi dai suoi. Mi sorrideva e lentamente mi portò vicino all'alce poi sempre senza lasciarmi la mano si chinò sul suo collo. Gli occhi incatenati nei suoi, la mia mano stretta nella sua appoggiai la bocca a pochi centimetri dalla sua e insieme ci saziammo.
E bevendo così lo stesso sangue sancimmo ufficialmente il patto d'amore suggellato dai miei Signori di Volterra.



Cacciammo solamente. Entrambi avevamo voglia di ritrovarci di unire le nostre anime e i nostri corpi ma volevamo farlo con calma e nel modo giusto. Così dopo esserci rifocillati e scambiati un lungo bacio con le bocche ancora impregnate del sangue condiviso tornammo a casa dalla nostra famiglia.
La serata la passammo con loro raccontando le nostre avventure e i cambiamenti di Volterra.
E' una fortuna che sul trono ci siano loro. Volterra è fondamentale per la nostra razza. Ed è un bene che finalmente abbia ripreso il suo ruolo originario e che abbia la forza di difenderlo” fu il commento di Jasper “Se non ci fosse un governo forte ci troveremmo fra uno scontro di casate. Molti fra la nostra razza aspirano al potere .”
Ci trovammo tutti pienamente d'accordo e finalmente decidemmo che era l'ora di ritirarci nelle nostre stanze.
Edward, Bella potete venire nel mio studio un attimo?” ci chiese Carlisle.
Non potevamo certo dirgli di no e incuriositi lo seguimmo assieme ad Esme che silenziosa si accodò a noi.
Una strana elettricità pervadeva l'aria, mentre incuriositi e leggermente preoccupati seguivamo i nostri genitori chiedendoci il perché ci avessero convocato nello studio.
Infatti entrambi avevano rivolto i propri pensieri alla serata appena trascorsa celandomi così i loro propositi.

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